Nel 2015 abbiamo pubblicato e validato l’impiego delle api come campionatori di particolato atmosferico aerodisperso. Lo studio pilota è stato compiuto nella Sardegna meridionale, nei pressi di Iglesias, terra di miniere e discariche minerarie, e con il polo industriale di Portovesme a pochi km di distanza.
Il risultato fu che le api analizzate erano ricoperte da pulviscolo che proveniva essenzialmente dagli scarti antiche lavorazioni del minerale, tuttora lasciate a cielo aperto.

Tra le fasi mineralogiche identificate, le particelle nanometriche di barite erano particolarmente numerose. La barite, infatti, è stato uno dei minerali coltivati negli ultimi anni di attività delle miniere e, inoltre, era la ganga delle mineralizzazioni polimetalliche sfruttate nell’anello metallifero iglesiente.

Altre particelle, dalla forma sferica caratteristica di combustioni ad alta temperatura, provenivano con ogni probabilità da Portovesme, trasportate dai venti.
Purtroppo, ciò che ricopre il corpo delle api, viene certamente respirato dagli uomini.

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